
Il primo ricercatore che intuì l’importanza delle abitudini alimentari per lo stato di salute fu Ancel Keys che studiando la minore incidenza di cardiopatie, diabete, ipertensione nei popoli del mediterraneo riconobbe e dimostrò come la dieta mediterranea riducesse il rischio di ammalarsi delle cosiddette malattie del benessere.
Ulteriori studi furono condotti dai ricercatori americani che pensarono di riassumere i principi della dieta mediterranea con un modello grafico semplice e comprensibile a tutti: la piramide alimentare.
Alla base della Piramide sono raffigurati gli alimenti che possiamo utilizzare più liberamente mentre al suo vertice troviamo quelli che è meglio limitare.
Pertanto la posizione nella piramide identifica gli alimenti in funzione della loro frequenza di consumo.
Alla base della piramide sono raffigurati gli alimenti fondamentali il cui apporto giornaliero non dovrebbe mai mancare; man mano che si sale vengono raffigurati gli alimenti che sarebbe necessario limitare, al vertice infine gli alimenti (quali grassi, condimenti e dolci…) il cui utilizzo dovrebbe essere ridotto, in frequenza e quantità.
Mentre prima i nutrizionisti consigliavano cibi ricchi di proteine, ferro, calcio, vitamina B 12, oggi si consiglia una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi cioè ricca di sostanze protettive, e povera di grassi saturi, di colesterolo, di sale.
Nel novembre 2009, alla III Conferenza Internazionale del Ciscam, gli scienziati si sono confrontati su tali tematiche ed hanno elaborato una nuova piramide alimentare con alla base cereali preferibilmente integrali, ma soprattutto frutta, verdura.
Tale piramide rivolta ad individui di età compresa tra i 18 e 65 anni evidenzia l’importanza dell’attività fisica, di bere acqua e suggerisce di preferire il consumo di prodotti locali e di stagione.